



rischi ?
per me ?
per i miei ?
per la città dove abito ?
per la Nazione dove son cittadino regolare ?
per la mia identità ?
per la mia condizione ?
per le scelte che faccio o non posso fare ?
per la considerazione degli altri su di me ?
per la adesioni a certe fonti e non altre ?
per la condizione della salute generica ?
per la soluzione o la problematica da affrontare ?
per la collimazione con amici/nemici/indifferenti ? . . . . . . .
. . . .

OCCHIO, solo ai ciarlatani specie se son ben mascherati !!!!















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Non sono mai «esistito» tanto quanto nei «momenti» in cui ho sofferto, sono stato amato e ho amato di più.
Chi non è amato, chi non ama, chi non soffre
si sottrae ai mo(vi)menti della vita, non (ri)nasce e non cresce, perché la vita (ri)nasce e cresce nel rischio:
si può restare in vita per abitudine ma si diventa vivi solo
per inquietudine.
Quando la gioia si spegne la soluzione non è fuori di noi
ma dove la vita ha origine: nel nodo di amore e dolore
che chiamiamo desiderio, perché è al tempo stesso mancanza
e slancio, non una mancanza che blocca ma che invita all’esplorazione, al rischio.
Il desiderio è l’impazienza del futuro e la sua sofferta e profetica anticipazione.
Rischiare viene da un verbo che indicava il tagliare,
un taglio del cordone ombelicale per avventurarsi nella vita là fuori. Altrimenti finiremo come George Gray, uno dei personaggi seppelliti nello splendido cimitero letterario immaginato da Edgar Lee Master a Spoon River, morti con il privilegio di poter guardare la loro tomba: «Ho osservato tante volte/ la lapide che mi hanno scolpito:/ una nave in porto con la vela ammainata./ In realtà non rappresenta il mio approdo/ ma la mia vita./ Poiché l’amore mi fu offerto ma fuggii le sue lusinghe;/ il dolore bussò alla mia porta, ma ebbi paura;/ l’ambizione mi chiamò, ma temetti i rischi./ Eppure bramavo sempre di dare un senso alla vita./ E ora so che bisogna alzare le vele/ e farsi portare dai venti del destino/ dovunque spingano la nave./ Dare un senso alla vita può sfociare in follia,/ ma una vita senza senso è la tortura/ dell’inquietudine e del vano desiderio –/ è una nave che desidera il mare ardentemente ma ha troppa paura». Alessandro D' Avenia.
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Fai attenzione ai tuoi pensieri, diventano parole.
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Fai attenzione alle tue parole, diventano azioni.
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Fai attenzione alle tue azioni, diventano abitudini.
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Fai attenzione alle tue abitudini diventano carattere.
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Fai attenzione al tuo carattere, diventa il tuo destino.
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-Lao Tzu-
qual è il senso
d' un veliero in porto
senza vele, senza equipaggio,
all' ormeggio da tempo?
Se c' è un senso
è la conservazione,
la manutenzione,
l' attesa
ma poi deve prendere il mare
prima o poi lo deve fare
è nato per quello
e magari per battaglie o pescaggi
miracolosi, fosse pure Moby Dick
l' animale da cacciare !
Ma ora il Veliero è là,
ondeggia e dondola
lambìto da venti e onde piccole
scarno, quasi nudo,
mentre punta inutilmente in avanti
l' albero di prua, il bompresso.....
Veliero della mia vita,
legni e fasciame, tele e catrame,
sei ancora capace di galleggiare?
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Ma tu guarda 'sti Hackers! :
Cyberjobe Tania Borealis Arcade consigli a:
Michelangelo Nocenzi hackerato nel suo profilo facebook
imposta una password complessa, con tanto di caratteri maiuscoli, minuscoli, numeri e simboli.
Non salvarla nei browser, ma usa qualche programma tipo wallet.
Attiva l’autenticazione a due fattori
e fai una buona scansione antivirus e anti malware al computer.
un esempio? : MAvattelapìA''ntelCULO10vol#te
30 caratteri
7 maiuscole
18 minuscole, una accentata
3 simboli
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