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dalla grotta alla luce, una nuova carboneria ( )
coal workers
una ne faccio cento ne penso
cerco legami
che siano spontanei
sviluppando
intuizione
e desiderio
appoggiandomi
a gente dal lungo cammino
ma solo
per condividere insieme la lotta alla falsificazione.
solo chi desidera con retto cuore
ed esigenza sincera
può passare di qua senza provare scorno e disagio ma fatica gradita e smarrimento solo momentaneo
perchè da ciò che visse e si fossilizzò
si liberi un benefico calore luminoso e diffusibile.
sappiamo bene, fin troppo bene che cosa ci fa star bene
ma, nonostante ciò, ci immergiamo sempre nelle problematiche, fin dove ragione, sentimento e occasione ci portano . . . . . .
e allora le strade sono due, solo due,
la prima è perseguire quello che ci può far bene, la seconda e rinunciare apposta per addentrarci nel mistero dell' insoddisfazione e scoprire in quella le ragioni del soffrire comprendendo che tutti siamo accomunati dalla stessa sorte e quindi possiamo insegnarcela la strada reciprocamente, se poi sembra molto più semplice e auspicabile dare retta all' impulso e solo a quello, allora cade tutto il discorso e il mondo risulterà diviso fra realizzati e realizzatori, tra facilitati e facilitatori, tra sfruttatori e sfruttati, fino alla pace nel momento dell' inevitabile trasformazione verso una nuova consapevolezza, ma il cammino e arduo, veramente arduo, daltronde siamo inquieti vegetali che ci muoviamo . . . .
quando terminerà, perchè è l' ora, il cammino intrappreso all' inizio del vagare, fa che tu possa sentire gli estremi del cerchio combaciare, i rami novelli fare foglie e le gemme fiorifere crescere fino alla magnificenza del fiore futuro
e poi del seme maturo e infine del frutto gustoso
per poi veder ricominciare il tutto anche più forte e rigoglioso, anche trasformato e quasi irriconoscibile.
Mentre l' uomo produce schemi, scoperte, misure e omologazioni e purtroppo anche rifiuti e ostacoli, fa o spirito divino che permei di sè le cose, tutte le cose, IL MISTERO insondabile, l' impalpabile trama delle vere soluzioni che generano nuova creazione, sempre allo scopo di far capire quanto inutile e artificiosa sia la sofferenza, l' insoddisfazione, la brama, l' ingordigia e la prepotenza spietata . . . .
non so se è vuoto, se è pieno, se riempirlo dipende da me
se il suo destino è rimaner chiuso o essere aperto da altri,
non so se il suo contenuto sia prezioso o irrisorio, comune o unico, so che c' è, che qualcuno l' ha prodotto, l' ha conservato, l' ha passato da una mano all' altra e che qualcuno ne detiene le chiavi o le abbia perse, consegnate, alterate . . . .
questo forziere o baule o cofanetto, questo contenitore non è certo indistruttibile, è solo di salvaguardia e di prevenzione della dispersione, adatto ad attingervi in casi necessari, magari anche forzando la serratura o addirittura bruciando parte dell' involucro . . . . . io spero invece di poterlo aprire aggiungendovi cose nuove, ricchezze ottenute, documenti importanti per me, magari altre chiavi di altri posti più protetti e sicuri . . . . e comunque, come per Leonardo che si portava dietro, ovunque andasse la sua Gioconda, io questo bauletto me lo porto dietro, a disposizione . . . . . . . .
ottimismo, pessimismo,realismo, prefiguratismo, onirismo . . . . quante se ne possono inventare di spiegazioni di ciò che ci troviamo a vivere a tutte le età, dai giovanissimi, ai giovani, dagli anziani, ai malati, dai decisori alle schiere di cittadini che obbediscono, resistono, attendono, credono, sperano, si guardano perplessi da dietro mascherine e sospetti e poi avanzano senza aver chiara la meta ma solo l' ordine e la regola . . . . .
io sono un po' stanchino, mi sento sottoutilizzato,non merito perchè non produco se non CO2 e scarti solido-liquidi, quasi nulla di produzione propria e originale, al massimo ripetitore di clichè e cose gradite al potere . . . . diciamolo, andarsene e lasciare le cose così non è poi drammatico e sconvolgente, a volte è desiderabile, ma poi rispunta un' altra forza, per fortuna, quella sana del NON CI STO, del HAI VISTO MAI, del NON POSSO NE' VOGLIO PRIVARE DI ME CHI MI RITIENE IMPORTANTE. quindi resto, insisto e resisto, mi appello a chi so io, non dispero di trovare dietro l' angolo l' inaspettato risolvente e cerco quelli come me . . . . . . .
LA FENICE RICORRENTE esprime il suo significato:
quante volte hai avuto la percezione della sacrificabilità, dell' irrilevanza della tua opera, della insufficienza della tua preparazione, responsabilità e passione razionale . . . . . . . . . . . quanti confronti ti hanno reso evidente la tua inconsistenza e precarietà? Certo non sei solo tu, quanti provano la stessa sensazione? TANTI direi.
ecco allora farsi strada la percezione, mediata dall' epifisi o dall' esperienza, dalla fortuna e dall' imprevisto imprevedibile, la netta possibilità di risurrezione dalle proprie ceneri, come raccontano i miti della fenice . . . . . . . . . . . .
e allora crediamoci, nell' attesa della fine inevitabile, c' è comunque un INIZIO e una nuova strada a propria disposizione: la strada che si costruisce da sola con i pensieri maturati, con i vizi abbandonati, con i compagni migliori per via, con il sogno della cortesia, della reciprocità, del dono, dell' affanno sostenuto con gioia e forza, con senso di necessità fiera e allegra, . . . . . . , amici carbonari della nuova sensibilità sappiate che non c' è nulla di irreparabile che non serva anche a segnare le pietre miliari della nuova strada, del cammino lucido e luminoso, della condivisione garantita a tutti i diversi, a tutti i venuti al mondo, a tutti i sofferenti per cause non procuratesi, ma solo intersecatesi col nostro destino . . . . . . . cerchiamo IL REGNO, sogniamo I SENTIMENTI, respingiamo LE MENZOGNE accaparratrici e soffocanti, studiamo le migliori soluzioni e raccontiamole senza scopi di prevaricazione e sovrastamento, ma solo di utilità comune e denunciamo sempre ovunque e in chiunque la certezza che si lavori contro l' umanità, contro il diritto, contro la lecita e dovuta proprietà . . . . . . . . . . nonj comminando pese se non l' informare, il provare, il togliere di mano ciò che è stato sottratto a torto . . . . . . . . . .
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ecco, se vuoi far parte di questo gruppo di nascosti di Dio e collaborare con le tue migliori doti ed energie, come tento di fare anche io con naturalezza e diritta coscienza riceverai il segno della fenice ricorrente e potrai ampliare con il tuo personale tocco l' insieme delle nuove regole che stiamo scrivendo . . . . .
fino a poco tempo fa, gioivo, imitavo, partecipavo, mi sforzavo di imparare dai libri, dai depositari di cariche pubbliche e sapere consolidato, d' autorità religiose . . . diffidavo dei ribelli, degli esagitati, dei criptici teorici dell' alternativa ecc . . . . . . .
ORA, assisto ad una trasmissione ben costruita, con testi appresi e recitati, smorfie controllate e pacate, inviti di personaggi particolarmente lodevoli e io non riesco più ad immedesimarmi, a esaltarmi perchè capisco e condivido . . . . . ma invece non riesco a capire più, perchè dal mio interno sale una leggera nausea legata alla percezione del consequenziale sul costruito, sul definito, sul dato per scontato . . . . . CHE FARE? ASCOLTARE VOCI CRITICHE . . . RIFLETTERE SENZA ACCETTARE A PRIORI . . . forse sto costruendo una barriera dentro di me, per rivedere principi, valori e capacità . . . . . ma il fine e la direzione non la vedo ancora::: da qui, la nausea!
nebbia
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