nona rinascita:
altra distruzione,
altra intuizione,
altra immaginazione
e altra proposta
mariocase
2015 2018 2019 2020
noi scriviamo sulla sabbia ma . . . . .
immaginiamo nelle profondità . . . . .
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per vedere questo sito in lungo e in largo occorre la risoluzione dello schermo
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per vedere questo sito in lungo e in largo occorre
la risoluzione dello schermo . 1920 x 1080
noi scriviamo sapendo di onde e venti
spesso scriviamo di onde e venti
questa facciata del sito e ricca di collegamenti con le altre pagine compilate quasi tutte dal 2018 al 2019, ma per il 2020 si prosegue per di qua . . . . .
dove raccolgo le suggestioni e le invenzioni che si succedono in questa inspiegata e urgente stagione dove si dice un microrganismo infido e sfuggente ma altamente contagioso sta mettendo a dura prova il mondo intero . . . . . . . . .
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I II III IV V VI VII VIII
spesso non stimiamo noi stessi, perchè insistiamo a paragonarci agli altri che hanno più stima di sè o pieni di incarichi e elogi rispetto a noi . . . . . ma se impariamo ad orientarci e a considerare la nostra essenza, impareremo a rispettare e stimare gli altri, ma alla nostra luce, alla luce del nostro diritto e contro il disprezzo e l' abuso degli altri, se essi non seguiranno le stesse vie . .
«Or sono sedici lustri e sette anni che i nostri avi costruirono su questo continente una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione, così concepita e così votata, possa a lungo perdurare.
Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui dettero la loro vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest'atto. Ma, in un senso più ampio, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo.
I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato, ben al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o portar via alcunché. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò che essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono.
Sta piuttosto a noi il votarci qui al grande compito che ci è dinnanzi: che da questi morti onorati ci venga un'accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l'ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano; che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra.»