top of page

Baldino ovvero il pittore di Città di Castello

“Devo deludere tutti gli amici che mi hanno scritto per darmi il ben tornato. Sono ancora fra color che son sospesi. Proprio oggi mi ricovero alla Prosperius di Umbertide per un corso di riabilitazione di 25 giorni, Spero che alla fine di questo calvario sarò un fringuello. P.S. non porto con me il pc, quindi ci si risente a fine mese”.

 

E’ stato questo l’ultimo post su Facebook, risalente al 31 agosto, di Ubaldo Mariucci, in arte Baldino, pittore e illustratore conosciuto in tutta la Valtiberina. L’artista tifernate è scomparso ieri pomeriggio proprio al centro di riabilitazione umbertidese all’età di 77 anni.

 

Baldino nacque nel 1938 a Città di Castello, dove ha sempre vissuto, lavorato e soprattutto dipinto. In passato aveva partecipato a moltissime mostre collettive nazionali, regionali e cittadine. Nel suo curriculum figuravano anche numerose personali. Ha pubblicato tre volumi a fumetti, a carattere storico, che molti tifernati hanno ancora nelle loro librerie: su tutti “La Storia di Città di Castello“, poi “...e gridarono Viva Maria” e, il più recente “Una Grande Famiglia Italiana: I Vitelli “, tutti editi da Petruzzi. Da ricordare anche le collaborazioni con numerose riviste e il suo spazio dedicato alla satira sul mensile “L’Altrapagina”.

http://corrieredellumbria.corr.it/news/citta-di-castello/201575/Addio-all-ultimo-corniciaio-della-piazza.html

grande PAOLO

arrivederci a quando sarà . . . .

a ROBERTO, MAURIZIO, CARLO, ENRICO  amici di sempre

 condoglianze sincere !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La città ha perso il suo storico “maestro corniciaio”. Si è spento giovedì all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, Paolo Reali. Aveva ottantotto anni. Dal 1966 fino al 31 luglio scorso quando il sopraggiungere di una malattia gli ha impedito di aprire la saracinesca del negozio di via Sant’Antonio, nel cuore del centro storico di Città di Castello, Paolo Reali ha “fissato” le tele e i ricordi di intere generazioni realizzando cornici e supporti. Apprezzato tinteggiatore, in oltre mezzo secolo, ha tessuto proficui rapporti con tanti artisti. Tra questi il maestro Alberto Burri che era solito acquistare le tinte acriliche nel suo negozio. Appassionato lettore di quotidiani locali, Reali raccontava di avere visto passare generazioni di tifernati. I funerali avranno luogo sabato alle 14.30 a Santa Maria Maggiore. Alla famiglia e ai figli Carlo, Maurizio, Enrico e Roberto, le condoglianze del Corriere dell’Umbria.

Severino Gazzelloni:  più che lui ho conosciuto la sua ECCELLENZA

elogio di ELEONORA CANTAMESSA

L’8 settembre 2013 aveva travolto a Chiuduno suo fratello, già a terra dopo un pestaggio, e la dottoressa che si era fermata per prestargli soccorso. Un gesto che ha causato la morte sia di Baldev Kumar, 32 anni, sia del medico Eleonora Cantamessa, 44 anni.Vicky Vicky, indiano di 27 anni, è stato così condannato per duplice omicidio dalla Corte d’Assise di Bergamo.

La pena fissata dal tribunale è di 23 anni e 20 giorni di reclusione, sette anni in meno rispetto a quelli chiesti dal pm Fabio Pelosi. Nell’ultima udienza non sono state presentate repliche né da parte del pm né da parte degli avvocati difensori. L’indiano è stato, invece, assolto dall’accusa di aver partecipato alla rissa che aveva preceduto l’investimento e nella quale era rimasto ferito il fratello.

La Corte ha anche disposto la trasmissione al pm degli atti perché proceda nei confronti di cinque membri del clan indiano dei Ram, rivali della famiglia Kumar, della quale fa parte anche Vicky. Stabilito dal tribunale anche un risarcimento provvisionale di 200mila euro alla mamma e al papà di Cantamessa, oltre a 50mila al fratello. E, ancora, risarcimenti da 10 a 80mila euroalle altre persone travolte dall’auto di Vicky Vicky. A pagare sarà l’assicurazione dell’auto usata dall’indiano che li ha investiti.

La dottoressa si era fermata dopo avere visto che un ragazzo, Baldev, era a terra, esanime, dopo essere stato pestato a colpi di spranga e preso a coltellate dalla banda della famiglia rivale. Ma mentre la donna cercava di aiutarlo, una Golf con Vicky Vicky alla guida e altre tre persone a bordo è tornata indietro e li ha travolti, uccidendoli.

E’ morto a 74 anni il fisico Emilio del Giudice, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania, medaglia Prigogine 2009 e negli ultimi anni prezioso collaboratore del premio Nobel Luc Montagnier negli studi sulla memoria dell’acqua che hanno avuto risonanza internazionale. Del Giudice aveva al suo attivo numerosissime pubblicazioni in ambito scientifico.  Grande esempio di rigore scientifico, di ricerca coraggiosa e sincera, di ironia e di pensiero profondo, il professor Emilio Del Giudice si è sempre fatto apprezzare anche per il suo esemplare concetto di coerenza e il suo sapere completo.
Noto per le sue ricerche sulla fusione fredda realizzate insieme al compianto collega e amico Giuliano Preparata e per gli studi sullamemoria dell’acqua, Del Giudice aveva partecipato appena qualche giorno fa ad un convegno proprio sulla memoria dell’acqua, insieme a Montagnier, a Roma su idea dell’Ordine dei Medici. Da anni collaborava con il professor Giuseppe Vitiello, con il quale, sempre insieme a Montagnier, aveva di recente firmato alcuni articoli sul Journal of Physics riguardanti risultati straordinari ottenuti da esperimenti sulla capacità dell’acqua di trattenere e trasmettere informazioni. Al convegno di Roma a fine gennaio aveva preso parte anche il chimico Vittorio Elia.

 

 

Il funerale è stato celebrato il 3 febbraio al crematorio di Lambrate. “Se ne è andato un maestro, uno scienziato con la S maiuscola, una persona eccezionale che per me era come un padre” ha detto Alberto Tedeschi, da anni collaboratore di Del Giudice, studi di ingegneria e una grande passione per la fisica, ideatore della tecnologia di biorisonanza olografica White. “La sua è stata una vita dedicata al sapere profondo della ricerca, il suo era un pensiero poliedrico, mitteleuropeo, alla scienza univa l’arte, la filosofia e la cuktura, tendeva alla verità con impegno nella sua fondamentale  irrequietezza e vivacità. Ogni posizione era una nuova posizione, non “la” posizione”. E questo fa correre un abisso tra lui e gran parte di quegli scienziati accademici autoreferenziali o quelli per i quali le tecniche prendono ormai il posto dei concetti. “Non vedeva nemmeno gli studi con Montagnier, seppur così prestigiosi e all’avanguardia, come una conclusione, ma come un punto di partenza. Magari un contentino per i media e la scienza tecnica, ma lui guardava ancora più avanti. Era uno scienziato assoluto, uno degli ultimi portatori della scienza vera. I suoi lavori sono ormai stati accettati a livello internazionale e questa strada non sarà abbandonata”. 
“Continueremo nella strada segnata insieme – ha spiegato commosso il professor Giuseppe Vitiello, il fisico che insieme a Del Giudice aveva lavorato e firmato tanti lavori scientifici – Insieme avevamo anche lavorato sulla strada che ha portato Higgs ai risultati che gli sono meritatamente valsi il premio Nobel, malgrado le innumerevoli critiche ricevute nel corso della sua vita professionale”. E’ giunto anche l’attestazione di profondo cordoglio da parte di Luc Montagnier; con lui e Vitiello era in corso una ulteriore ricerca di cui presto saranno diffusi i risultati.

bottom of page