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raccolgo qui i testi che vado scrivendo a commento dei vari fatti, pensieri, esperienze e incontri, che ho nella rete, usando i social e le varie possibilità informative proposte col mezzo informatico . . . . . .e convogliati poi in un libro di mia creazione. 

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LONTANO LONTANO Luigi Tenco - testo canzone

Luigi Tenco

L. Tenco

(1966)

Lontano lontano nel tempo
qualche cosa
negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t'amavano tanto
E lontano lontano nel mondo
in un sorriso
sulle labbra di un altro
troverai quella mia timidezza
per cui tu
mi prendevi un po' in giro
E lontano lontano nel tempo
l'espressione
di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l'aria triste che tu amavi tanto
E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto
chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano.

cercasi TRADUZIONE in italiano!

Mariosalvatore Casettari: solo se hai tempo Divya, me lo fai un piacere? Me la scrivi la traduzione in Italiano di questo filmato che io non riesco . . . . . . e poi me la posti qui o nei messaggi Grazie e saluti cari !!!

che efficienza! Grazie Divya!

Franco Battiato - Segnali di vita - 1981 - YouTube

Il tempo cambia molte cose nella vita
il senso le amicizie le opinioni
che voglia di cambiare che c'è in me
si sente il bisogno di una propria evoluzione
sganciata dalle regole comuni
da questa falsa personalità.
Segnali di vita nei cortili e nelle case all'imbrunire
le luci fanno ricordare
le meccaniche celesti.
Rumori che fanno sottofondo per le stelle
lo spazio cosmico si sta ingrandendo
e le galassie si allontanano
ti accorgi di come vola bassa la mia mente?
È colpa dei pensieri associativi
se non riesco a stare adesso qui.
Segnali di vita nei cortili e nelle case all'imbrunire...

il progetto di questo nuovo libro nasce dalla mia nuova condizione di papà attempato, professionista dell' educazione scolastica a riposo ( in pensione ), marito più che rodato, apparentato e vicino ai miei simili italici e al mistero sempre incombente sulla propria inevitabile sorte e sul desiderio mai represso di lasciare di sè qualcosa che possa essere ripreso esteso modificato e proposto, spero mai rifiutato del tutto o addirittura dimenticato come una scrittura in gesso su una lavagna nera che il cancellino pulisce, lasciando solo un alone bianco indecifrabile . . . . .

non essendo dotato di talento smisurato (la mia vita lo dimostra )ma di una sottile e tormentata disposizione al riflettere e al cullarsi sull' osservazione del mondo e degli altri, sulla ammirazione o repulsione per fenomeni vari e diversi che il computer da almeno 15 anni mi propone e mi sciorina a valanga, mi servo di questo spazio tra l' elettronico e il cartaceo, tra l' appassionato e il depresso, tra il desiderato e l' ottenuto, tra il velleitario e il narcisistico, tra il condivisibile e il solitario . . . . . . per appunto lasciar traccia, sempre contando di dare al mio tempo la permanenza e la influenza, la soluzione e la rassegnazione convinta e sempre tesa sul blocco di una nuova partenza, non da Usain Bolt, ma almeno da dilettante muscolare efficace . . . . .

a me piacciono tanto ma proprio tanto le metafore, le allegorie, gli ossìmori e i paradossi e spesso il mio scrivere fa ricorso a queste categorie della linguistica . . . ..... . . .   ..  ...........

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l' eccellenza in ogni campo è frutto di ambizione, tenacia, talento e rispetto, è frutto di convinzione, passione e condivisione : in politica prevalgono ahimè altre qualità spurie e "pelose" che disonorano quei pochi che meritano di amministrare e di progettare per la gente del popolo. Dal web ci arrivano esempi buoni ed esempi cattivi, questo è il nuovo mezzo per certificare eccellenze e malefatte, progresso e sconfitte, fatti di peso storico e cazzatine . . . si maneggia con cura ( mestolo del pensiero e della propria esperienza ) e si serve in tavola un piatto che è la società di oggi, per cui possiamo assistere esaltandoci al racconto su Cassius Clay o invece quello sul pullmann turco, i ballerini russi alle prove e quei poveri ragazzi ricoverati per abuso di alcool in discoteca, le vittorie della forza nuova e la tenuta dei migliori della forza vecchia, l' Isis che finalmente arretra e gli investimenti incauti dei "poveri" fraticelli dell' istituto IDI e così via IO per conto mio penso che il genere umano raggiunge ancor oggi vette quasi impossibili O cade come Andreuccio da Perugia nelle peggiori Latrine . . . . .quindi per finire questo breve esame di ciò che accade, accettiamo vigili e svegli ciò che succede e mettiamo sempre in campo il meglio che sappiamo di avere per dono e per merito!!!! . . . . .

Il 18 Marzo del 1968
Robert Kennedy
pronunciava, presso l'università del Kansas,
un discorso nel quale evidenziava tra l'altro
l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate.

Tre mesi dopo veniva ucciso durante la sua campagna elettorale che lo avrebbe probabilmente portato a divenire Presidente degli Stati Uniti d'America.

Non troveremo mai un fine per la nazione
né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale
sulla base dell'indice Dow-Jpnes,
nè i successi del paese
sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria
e la pubblicità delle sigarette,
e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali
per le nostre porte di casa,
e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi
che valorizzano la violenza
per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.
Cresce con la produzione di napalm,
missili e testate nucleari,
comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica,
si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte,
e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione
o della gioia dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia
o la solidità dei valori familiari,
l'intelligenza del nostro dibattere
o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali,
né dell'equità nei rapporti fra di noi.

Il PIL non misura né la nostra arguzia
né il nostro coraggio,
né la nostra saggezza né la nostra conoscenza,
né la nostra compassione
né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve,
eccetto ciò che rende la vita
veramente degna di essere vissuta.

Può dirci tutto sull'America,
ma non se possiamo essere
orgogliosi di essere americani.

(Robert Kennedy)


Cos'è il PIL, il Prodotto Interno Lordo?
Il misuratore della crescita della società?
La trasformazione in denaro, un concetto astratto,
della nostra salute, del nostro tempo, dell'ambiente?
Nessuno ha mai calcolato il COSTO del PIL.
I danni dei capannoni vuoti, delle merci inutili,
dei camion che girano vuoti come insetti impazziti,
della distruzione del pianeta.
Nessuno ha mai stimato il valore del tempo perduto per le code,
per gli anni sprecati a lavorare per produrre oggetti inutili.
Per gli anni buttati per comprare oggetti inutili creati dalla pubblicità.
Il tempo, la Terra, la vita, la famiglia (gli unici importanti)
sono concetti troppo semplici per il PIL.
Un mostro che divora il mondo.
Lo mangia e lo accumula.
Lo digerisce e lo trasforma in nulla.
L'equazione PIL = ricchezza è un incantesimo.
I prodotti inutili non diventano utili perché qualcuno li compra.
Marisimeo

"Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato
quando l'ultimo albero sarà abbattuto
quando l'ultimo animale sarà ucciso
solo allora capirete che il denaro non si mangia."

Profezia Creek.

 

Libro 2

da inserire nel mio secondo libro di ricordi, acquisizioni, scelte e necessarie definizioni di me e della mia vita:

la benedizione è un caso o una selta . . . o tutte e due?

la mia cultura è il frutto dell' incontro di plurime culture

è possibile costruire la propria identità mattone su mattone, ma è anche probabile che basta un calcio per rovinare quella identità se tra mattone e mattone non hai messo una malta aggregante . . . . . .

curriculum con sensibilità: quando, continuando la tradizione familiare ( mamma maestra di scuola elementare, papà professore di scuola media ), iniziai a propormi come supplente, un preside, un giorno, per un ragazzo disturbatore e irrequieto, tale Falchi ( il Lucignolo del caso ) che avevo sbattuto fuori della classe, mi disse, chiamandomi fuori dell' aula: " professore, se pensa di continuare la sua carriera incominciando così, è meglio che cambi mestiere!!", la previsione di quel preside non mi permise di cambiare il mio cammino e fra scoraggiamenti, aiuti, eventualità capitatemi e assenze di chiamate e di proposte alternative da fuori, quella carriera , in bene e in male l' ho continuata, e oggi a giochi conclusi, posso dire di averla onorata, soltanto perchè non l' ho vissuta tra assenze, manipolazioni, privilegi e affiliazioni, ma solo aiutato da una compagna scelta e che mi scelse, la quale mi rafforzò, convinzione e strategie, lei sì, adatta ad insegnare, per cui oggi posso dire di aver accumulato tante di quelle esperienze per poter dire la mia sul fenomeno scuola, didattica e rapporto fra giovane e adulto, con buona pace dell' alunno Falchi, che forse oggi avrà magari raggiunto traguardi prestigiosi nel proprio campo di scelta . . . . . . in fondo in fondo, quello che sono stato capace di fare e di vivere l' ho quasi sempre dovuto ad incontri adatti a me e a supporti efficaci nel tirarmi fuori cose buone: parlo di mia sorella, del mio amico di studi universitari, di persone ( tante ) ciascuna delle quali mi ha dato qualcosa di sè e della sua anima, ovviamente dei miei parenti e dei miei genitori, dell' altra sorella, dei loro mariti, dei due figli e dei nipoti, che la natura mi ha voluto donare, di colleghi, dirigenti, religiosi, poeti, tecnici, disperati sognatori, gente in disgrazia ma ricca di dignità personale ecc ecc ecc . . . . . quindi sempre qualcuno: ECCO PERCHE' CREDO FERMAMENTE AD UNA FORMA DI " COMUNISMO " A CUI POSSO TOGLIERE L' ISMO E CONSERVARE LA RADICE COMUN- cioè il suffisso che decreta: guarda che quello che sei e fai dipende quasi sempre dalla interazione con qualcun altro che ti ha proposto o obbligato a scegliere qualcos' altro da te e senza il quale o la qual cosa, certo non saresti ancora qui a raccontarla ! Per esempio, nel campo del mantenimento di una salute corporea e spirituale affidabili e durature, non c' entra il tuo medico di famiglia? Ma certo, un professionista capace e competente che ti ha curato bene? Un o una anima solerte e compassionevole che ti ha indirizzato verso idee e comportamenti adeguati alla bisogna?   MA CERTO !!  Per finire, il mio curricolo con sensibilità è infarcito e connesso con una miriade di " altri " miei simili, come le mie cellule che si parlano si sacrificano o si mantengono in sintonia fra di loro se no è il cancro e non c' è cura per cellule smarritesi, separatesi e parossistiche che hanno il solo scopo di farsi largo fra progetti biologici e funzionali, basandosi sulla prepotenza, la eccitazione riproduttiva, la smania di accaparramento e la insensibilità ai messaggi delle altre cellule convenzionali e alle minacce di annullamento che le fa reagire con menzogne e cammuffamenti vari . . . . . . .

  • Fortuna con sfera: deriva dalla dea Tyche; una fanciulla nuda sta in piedi sopra una sfera e viene sospinta da una vela che tiene con le mani.

  • Fortuna marina: deriva dall'iconografia di Iside pelagia e dalla Venere marina; la sua immagine è una fanciulla nuda che si muove sulle acque reggendo una vela o un timone; a volte sotto i suoi piedi c'è un delfino oppure una conchiglia.

  • Fortuna con ciuffo: deriva del Kairos greco e dall’Occasio latina, divinità del momento opportuno; è una fanciulla con le ali ai piedi che corre veloce, mentre sulla sua testa calva spicca una lunga ciocca di capelli.

  • Fortuna con cornucopia: unisce la dea romana Opi e il corno della capra Amaltea; la sua immagine è quella di una fanciulla, solitamente bendata, che distribuisce ricchezze lasciandole cadere da un grande contenitore a forma di corno.

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