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ci conosciamo

dal 1978

viviamo

nella stessa

città

facciamo 

la stessa

professione

abbiamo

un hobby

che è

un potente

collante

la musica 

e le canzoni!!!

ci vediamo

spesso . . . . . .

 . . . . . per

suonare e

cantare

insieme

in questo spazio

on-line

archiviamo il materiale

che ci serve

e che

recuperiamo

da fonti diverse

personalizzandolo

per i nostri scopi

documenti

La mèr       presentazione       Put your      la vita mia   la nevicata    fammi andar        albergo         Barbera e       Maledette       Era bello

                      lavoro              hand                                  del '56              via                 a ore          Champagne        Malelingue    il mio ragazzo

registrazioni

LA REGISTRAZIONE è UNA ATTIVITA' quasi terminale, perchè deve raccogliere il meglio di quello che si è espresso, ma ancora di più di quello che si è veramente, al di là di trucchi, correzioni e miglioramenti maquillage . . . . . la registrazione deve fissare per sempre ( compatibilmente con i mezzi tecnici usati ) l' evento, l' essenza, la unicità, infine in sintesi " l' atto creativo " che ci è uscito fuori sia in bene che perchè no in male: [ non temiamo giammai l' errore o l' approssimazione ] perchè siamo sempre noi,quelli, gli unici, i due CRIC e CROC della canzone e della poesia . . .ah ah ah !!!

comunicazioni

scambi

correzioni

le correzioni principali sono legate alle prove e riprove per selezionare il ritmo più sintonizzato, la voce più espressiva e stabile, l' armonia più soddisfacente e la forma più adatta . . . . . . senza temere gli errori che comunque partecipano alla fattura del colore, del sapore, del piacere e non della frustrazione . . . . . godiamoci CARL PALMER anno 1970 che esegue magistralmente, dinamicamente, potentemente il suo assolo di batteria dal vivo, anche sbagliando qua e là, ma senza intaccare la magnificenza globale della sua magnifica esibizione

breve storia di una canzone

Le moribond è un brano musicale del cantautore belga Jacques Brel. La canzone è stata registrata e pubblicata nel 1961 e fa parte dell'album Marieke. Seasons in the Sun è il titolo in lingua inglese adattato dal poeta e cantante Rod McKuen.

Il brano è diventato una "hit" mondiale nel 1974, quando è stato interpretato dal cantante canadese Terry Jacks. In questa versione rappresenta uno dei singoli più venduti nel mondo con oltre 11 milioni di copie.

Nel 1999 il gruppo irlandese Westlife ha inciso una nuova cover del brano inserendola nell'album eponimo e pubblicando anche come singolo (doppia A-side con I Have a Dream).

Altre versioni della canzone sono state eseguite da The FortunesKingston TrioNirvanaAndy WilliamsMe First and the Gimme GimmesDamon Albarn e altri.

Nel 2005 il cantautore italiano Roberto Vecchioni ha realizzato il brano traducendolo col titolo Stagioni nel sole per l'album Il contastorie.

Goodbye to you my trusted friend
We've known each other since we were nine or ten
Together we've climbed hills and trees
Learned of love and ABC's
Skinned our hearts and skinned our knees
Goodbye my friend it's hard to die
When all the birds are singing in the sky
Now that the spring is in the air
Pretty girls are everywhere
Think of me and I'll be there

We had joy, we had fun
We had seasons in the sun
But the hills that we climbed
Were just seasons out of time

Goodbye Papa please pray for me
I was the black sheep of the family
You tried to teach me right from wrong
Too much wine and too much song
Wonder how I got along
Goodbye Papa it's hard to die
When all the birds are singing in the sky
Now that the spring is in the air
Little children everywhere
When you see them, I'll be there

We had joy, we had fun
We had seasons in the sun
But the wine and the song
Like the seasons have all gone
We had joy, we had fun
We had seasons in the sun
But the wine and the song
Like the seasons have all gone

Goodbye Michelle my little one
You gave me love and helped me find the sun
And every time that I was down
You would always come around
And get my feet back on the ground
Goodbye Michelle it's hard to die
When all the birds are singing in the sky
Now that the spring is in the air
With the flowers everywhere
I wish that we could both be there

We had joy, we had fun
We had seasons in the sun
But the stars we could reach
Were just starfish on the beach

We had joy, we had fun
We had seasons in the sun
But the stars we could reach
Were just starfish on the beach

We had joy, we had fun
We had seasons in the sun
But the wine and the song
Like the seasons have all gone

All our lives we had fun
We had seasons in the sun
But the hills that we climbed
Were just seasons out of time

una canzone è una canzone, o ti emoziona o è qualcosa d' altro.

Questa per esempio, riascoltata per caso alla radio dopo tanto tempo e ormai dimenticata, lo dimostra invece.

Il tema è senza dubbio tragico, sconsolato e deprimente, ma la veste leggera e nostalgica della musica la rendono ancora degna di nota e considerazione . . . . . .

Ogni canzone che ci colpisce e si fa cantare, ci segna in superficie o in profondità e a lei saremo sempre grati in ogni stagione della vita . . . . . In questo caso riesumiamo Jacques Brel   ( un grande della canzone e della poesia ) e gli epigoni anglosassoni che hanno ripreso la sua creazione e ne hanno decretato il successo pieno presso il grande pubblico degli anni sessanta, ma credo anche di oggi se si sa ascoltare . . . . 

“Addio, mio fidato amico
ci conosciamo da quando avevamo nove o dieci anni
insieme abbiamo scalato colline e alberi
imparato l’amore e l’ABC
ferito i nostri cuori e sbucciato le ginocchia

Addio amico mio, è dura morire
quando tutti gli uccelli cantano nel cielo
e ora che la primavera è nell’aria
e le belle ragazze sono ovunque
pensa a me e io sarò là

Ci siamo divertiti, ce la siamo spassata
abbiamo passato le stagioni nel sole
ma le colline che abbiamo scalato
sono stagioni ormai terminate

Addio, papà, per favore prega per me
ero la pecora nera della famiglia
hai provato ad insegnarmi a distinguere
ciò che è giusto da ciò che è sbagliato
troppo vino e troppe canzoni
mi stupisco di come sia andato avanti

Addio papà, è dura morire
quando tutti gli uccelli cantano nel cielo
e ora che la primavera è nell’aria
e i bambini sono ovunque
quando li vedrai, io sarò là

Ci siamo divertiti, ce la siamo spassata
abbiamo passato le stagioni nel sole
ma il vino e le canzoni
come le stagioni, se ne sono andati

Addio Michelle, mia piccola
mi hai dato l’amore
e mi hai aiutato a trovare il sole
ed ogni volta che ero giù
tu eri sempre vicino a me
per riportarmi con i piedi per terra

Addio Michelle, è dura morire
quando tutti gli uccelli cantano nel cielo
ora che la primavera è nell’aria
ed i fiori sono ovunque
vorrei che entrambi fossimo là

Per tutte le nostre vite ci siamo divertiti
abbiamo passato le stagioni nel sole
ma le stelle che abbiamo potuto raggiungere
sono state solo le stelle marine sulle spiaggia

Ci siamo divertiti, ce la siamo spassata
abbiamo passato le stagioni nel sole
ma le colline che abbiamo scalato
sono stagioni ormai terminate

Ci siamo divertiti, ce la siamo spassata
abbiamo passato le stagioni nel sole
ma il vino e le canzoni
sono come le stagioni, se ne sono andati

Per tutte le nostre vite ci siamo divertiti
abbiamo passato le stagioni nel sole
ma il vino e le canzoni
come le stagioni, se ne sono andati”.

Maurizio Arceri e New Da Da

città italiane e canzoni

quante belle canzoni dedicate alla città natale!

 qui ne inserisco alcune, dando un po' più di spazio a Roma e Napoli

GENOVA  ma se ghe penso

MILANO  Lassa pur ch'el mund el disa 

TORINO piemontesina bella

TRIESTE Trieste mia

FIRENZE Firenze sogna

ROMA Barcarolo romano

             Roma nun fa la stupida stasera

             Vecchia roma

NAPOLI Rundinella

               'A città 'e Pullecenella

                Napul' è

PALERMO  i pirati a Palermo

​

MI

TO

FI

ROMA

TS

GE

« U l'ëa partiu sensa ûn-a palanca,
l'ëa zà trent'anni, forse anche ciû.
U l'aia luttou pe mette i dinæ a-a banca
e poèisene ancun ûn giurnu turna in zû
e fäse a palassinn-a e o giardinettu,
cu-o rampicante, cu-a cantinn-a e o vin,
a branda attaccâ a-i ærboui, a ûsu lettu,
pe daghe 'na schenâ séia e mattin.
Ma u figgiu ghe dixeiva: "Nu ghe pensâ
a Zena cöse ti ghe vêu turnâ?!"
Ma se ghe pensu allua mi veddu u mâ,
veddu i mæ munti e a ciassa da Nunsiâ,
riveddu u Righi e me s'astrenze o chêu,
veddu a lanterna, a cava, lazzû o mêu...
Riveddu a séia Zena illûminâ,
veddu là a Föxe e sentu franze o mâ
e allua mi pensu ancun de riturnâ
a pösâ e osse duve'òu mæ madunnâ.

U l'ëa passou du tempu, forse troppu,
u figgiu u ghe disceiva: "Stemmu ben,
duve ti vêu andâ, papá?.. pensiemmu doppu,
u viäggio, u má, t'é vëgio, nu cunven!"
"Oh nu, oh nu! me sentu ancun in gamba,
son stûffu e nu ne possu pròpriu ciû,
son stancu de sentî señor caramba,
mi vêuggiu ritornamene ancun in zû...
Ti t'ê nasciûo e t'æ parlou spagnollu,
mi son nasciûo zeneize e... nu ghe mollu!"
Ma se ghe penso allua mi veddo u mâ,
veddu i mæ monti e a ciassa da Nunsiâ,
riveddu u Righi e me s'astrenze u chêu,
veddu a lanterna, a cava e lazzû o mêu...
Riveddo a séia Zena illûminâ,
veddo là a Föxe e sento franze u mâ,
allua mi pensu ancun de riturnâ
a pösâ e osse dove'òu mæ madunnâ.

Roma, nun fa ' la stupida stasera!

Firenze sogna

PA

NA

le Guantanamera

e c' è quella barricadera, quella romantica, quella turistica, quella per la danza, quella etnica ecc. . . . . . la mia prima Guantanamera la cantava Betty Curtis . . . . . .

  Risorse dal WEB  

Peppuccio ci insegna a suonare e cantare Vasco:

GRANDE  IL Vasco:

ecco uno dei tanti processi che portano alla canzone:

conosco una persona che diventa mio amico, perchè ci parliamo e ci scambiamo racconti, sentimenti e sfoghi di vario genere . . .lui però ha una disabilità che lo rende fragile e limitato, ma solo fisicamente, avverto nonostante ciò la sua grande forza interiore e le sue bellissime e commoventi intuizioni sul valore intrinseco della vita così com' è: spesso dura e frustrante, ma sempre capace di farti entusiasmare nonostante la malattia e la solitudine da diverso . . . .  così scrivo di lui e poi su quelle parole ci metto una cantilena musicale che il mestiere di un maestro di musica abbellisce e sistema, fino a farne un brano e a inciderlo . . . . è nata la canzone che celebra e suscita il sentimento di commozione più semplice e vero per quel mio amico . . . . .  Gianni Morandi

quindi : vivo una storia::::> scrivo impressioni:::::> ci canto un motivetto sopra:::::> abbellisco le armonie e l' accompagnamento strumentale:::::> la registro :::::> la pubblico::::::> la eseguo:::::::> la regalo al mondo:::::::::>

   

​

​

IL MIO AMICO 
Morandi – Falagiani

 

Il mio amico cammina che sembra un pendolo 
attraversa la strada e tutti lo guardano 
in questo mondo veloce si muove a fatica 
ma tu guarda che razza di scherzi ti fa la vita

​

il mio amico è sempre stato cosi’ fino da piccolo 
con la faccia bambina ed impaurita che sembra un cucciolo 
quando parla il mio amico farfuglia piano 
e le parole nell’aria si sciolgono come venissero da lontano

​

ma il mio amico è il mio amico e solo io so com’ è 
lui ha un cuore pulito che un altro non c’è 
il mio amico quando è solo ascolta canzoni 
e ad ogni nota riaffiorano in lui vecchie e nuove passioni

quando tu sei arreso e non sai cosa fare 
lui ti dice addormentati e prova a sognare 


vorrei essere anch’ io cosi’ ingenuo e felice 
invece corro e da sempre non trovo mai pace

​

il mio amico almeno è una bella persona 
uno strano violino con le corde di seta 
in un mondo distratto che cinico suona 
questo grande concerto che in fondo è la vita

​

il mio amico non parla mai di odio e sfortuna 
anzi dice era peggio non essere nato 
non avrei mai potuto vedere la luna 
e tutte le altre bellezze che Dio ha creato

​

Il mio amico a volte scompare e non lo vedo piu’ 
anche lui soffre mesi d’amore e non li manda giù 
gli succede di solito con una sconosciuta 
e ogni volta ancor prima che inizia è una storia finita

​

ma il mio amico è il mio amico e solo io so dov’ è 
se vuol farsi trovare, se ha bisogno di me 
o se invece vuol stare per giorni a parlare 
sulla spiaggia da solo con le onde del mare

​

il mio amico che gioca con gli occhi a pallone 
ci incoraggia e soffre anche in allenamento 
lui dai bordi del campo comanda l’azione 
ondeggiando leggero come grano nel vento

​

dal mio amico ho imparato un milione di cose 
per esempio ad amare senza essere riamato 
a guardare la luna e i giardini di rose 
e tutte le altre bellezze che Dio ha creato

 

Il mio amico è il mio amico e non lo cambierei 
i ricordi piu’ belli ce li ho isieme a lui 
in questo mondo veloce il mio amico si muove a fatica 
proprio lui che mi aiuta a capire e ad amare la vita.

Marco Falagiani curriculum vitae

eccone un' altra che somiglia alla precedente, non a caso lo stile è riconoscibile: si tratta di un pezzo di Marco Falagiani e anche di Gaetano Curreri

Io sono un campione questo lo so
È solo questione di punti di vista
In questo posto dove io sto
Mi chiamano Marco, Marco il ciclista
Ma è che alle volte si perde la strada
Perché prima o poi ci sono brutti momenti
Non so neppure se ero un pirata
Strappavo la vita col cuore e coi denti
E se ho sbagliato non me ne son reso conto
Ho preso le cose fin troppo sul serio
Ho preso anche il fatto di aver ogni tanto
Esagerato per sentirmi più vero

E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino
Dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino
E mio nonno mi aspettava senza dire una parola
Perché io e la bicicletta siamo una cosa sola
E mi rialzo sui pedali ricomincio la fatica
Poi abbraccio i miei gregari passo in cima alla salita
Perché quelli come noi hanno voglia di sognare
E io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare
E vedo te…e aspetto te…

Adesso mi sembra tutto distante
La maglia rosa e quegli anni felici
E il Giro d’Italia e poi il Tour de France
Ed anche gli amici che non erano amici
Poi di quel giorno ricordo soltanto
Una stanza d’albergo ed un letto disfatto
E sono sicuro di avere anche pianto
Ma sono sparito in quell’attimo esatto

E ora mi alzo sui pedali all’inizio dello strappo
Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo
Perché in fondo una salita è una cosa anche è normale
Assomiglia un po’ alla vita devi sempre un po’ lottare
E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia
E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa
Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia
Un elefante magrolino che scriveva poesie
Solo per te… solo per te…

Io sono un campione questo lo so
Un po’ come tutti aspetto il domani
In questo posto dove io sto

Chiedete di Marco, Marco Pantani.

4 modi di . . . . .VIVERE

per VASCO Rossi
per GERARDINA   Trovato
per RENATO  Zero
per ENZO  Iannacci

Francesco Guccini può anche non piacere o essere considerato noioso e sorpassato, specie per i parametri di oggi ( Rovazzi . . .  . ), ma per chi come me ha incominciato ad ascoltare la musica nata nel 1960 o giù di lì, questo cantautore ha rappresentato la voce musicale della scontentezza, della riflessione, ma anche dell' impegno politico e della scelta dei costumi sociali da inaugurare: Dio è morto, Primavera di Praga, L' avvelenata, La locomotiva . . . . . . .  quanti bei pezzi!   E' una delle filiazioni più riuscite della canzone di strada inaugurata in America da gente come Woody Guthrie e Bob Dylan, Bruce Springsteen e ovviamente gli onnipresenti Beatles/Rolling Stones . . . . . questa canzone che non conoscevo mi è comparsa in un post in facebook per merito di una amica di rete Marina, sua grande fan e subito mi ha riallacciato al Guccini che fu e così la metto qui a dimostrazione che con una chitarra un po' di studio della lingua e un pensiero inquieto e sincero si può generare un brano che ancora oggi parla e si fa ascoltare e soprattutto suonare! 

1970
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