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cos' è ?  un funerale?

Chi è quella signora

lunghi capelli ieratici

naso ebreo o meglio aquilino

con quella voce stabile anche se commossa?

Quella è Patti Smith, dico, Patti Smith . . .

 e la canzone

è uno dei capolavori di BOB

assente

ma mai così presente

nei suoni emessi

da aulica orchestra

da ritmo di tragica ninna nanna

per tutti i terrestri

morti

di bomba

di razzismo

di ingiustizia di classe

di vanità di nascita . . . . 

BOB c' è e non c'è

sbircia o disapprova

disprezza o

come me forse

si commuove . . 

si è commossa anche la dura Patti !

Sì, il NOBEL se l' è meritato

perchè

le sue semplici

noiose

stravolte

bibliche

canzoni

d' ebreo dispettoso

e vendicativo

di cantastorie vitalista e stronzo

sono

l' esempio

l' ennesimo esempio che per alcuni

la missione

 è dimostrare

che l' uomo

è più che un animale

e umilmente

ma orgogliosamente

è una creatura

destinata a risorgere

comunque sempre 

per sempre

DYLAN c' era

e il premio

è un RITO

è un MONITO

è un INCENTIVO

a provare

tutti

a essere profeti della propria e della altrui vita

NO NON E'

FUNERALE

e festa d' abbracci

è girotondo di ricchi per i poveri

di nobili

per i dimenticati

di stupidi satolli

per i lacerati sofferenti abbandonati

clochard del viaggio dell' esistenza!

Oh, where have you been, my blue-eyed son?
Oh, where have you been, my darling young one?
I've stumbled on the side of twelve misty mountains,
I've walked and I've crawled on six crooked highways,
I've stepped in the middle of seven sad forests,
I've been out in front of a dozen dead oceans,
I've been ten thousand miles in the mouth of a graveyard,
And it's a hard, and it's a hard, it's a hard, and it's a hard,
And it's a hard rain's a-gonna fall.

Oh, what did you see, my blue-eyed son?
Oh, what did you see, my darling young one?
I saw a newborn baby with wild wolves all around it
I saw a highway of diamonds with nobody on it,
I saw a black branch with blood that kept drippin',
I saw a room full of men with their hammers a-bleedin',
I saw a white ladder all covered with water,
I saw ten thousand talkers whose tongues were all broken,
I saw guns and sharp swords in the hands of young children,
And it's a hard, and it's a hard, it's a hard, it's a hard,
And it's a hard rain's a-gonna fall.

And what did you hear, my blue-eyed son?
And what did you hear, my darling young one?
I heard the sound of a thunder, it roared out a warnin',
Heard the roar of a wave that could drown the whole world,
Heard one hundred drummers whose hands were a-blazin',
Heard ten thousand whisperin' and nobody listenin',
Heard one person starve, I heard many people laughin',
Heard the song of a poet who died in the gutter,
Heard the sound of a clown who cried in the alley,
And it's a hard, and it's a hard, it's a hard, it's a hard,
And it's a hard rain's a-gonna fall.

Oh, who did you meet, my blue-eyed son?
Who did you meet, my darling young one?
I met a young child beside a dead pony,
I met a white man who walked a black dog,
I met a young woman whose body was burning,
I met a young girl, she gave me a rainbow,
I met one man who was wounded in love,
I met another man who was wounded with hatred,
And it's a hard, it's a hard, it's a hard, it's a hard,
It's a hard rain's a-gonna fall.

Oh, what'll you do now, my blue-eyed son?
Oh, what'll you do now, my darling young one?
I'm a-goin' back out 'fore the rain starts a-fallin',
I'll walk to the depths of the deepest black forest,
Where the people are many and their hands are all empty,
Where the pellets of poison are flooding their waters,
Where the home in the valley meets the damp dirty prison,
Where the executioner's face is always well hidden,
Where hunger is ugly, where souls are forgotten,
Where black is the color, where none is the number,
And I'll tell it and think it and speak it and breathe it,
And reflect it from the mountain so all souls can see it,
Then I'll stand on the ocean until I start sinkin',
But I'll know my song well before I start singin',
And it's a hard, it's a hard, it's a hard, it's a hard,
It's a hard rain's a-gonna fall.

Dove sei stato, figlio mio dagli occhi azzurri? 
Dove sei stato, ragazzo mio caro? 
Sono inciampato sul fianco di dodici nebbiose montagne, 

​


ho percorso e ho strisciato per sei tortuose autostrade , 
ho camminato nel mezzo di sette tristi foreste, 
son stato di fronte ad una dozzina di oceani morti, 
son stato per diecimila miglia nella bocca di un cimitero, 
e una forte,e una forte,e una forte,e una forte,
e una forte pioggia cadrà. 

Oh, cosa hai veduto, figlio mio dagli occhi azzurri ? 
Cosa hai veduto ragazzo mio caro ? 
Ho visto un bimbo appena nato con lupi selvaggi tutti intorno 
Ho visto un'autostrada di diamanti e nessuno che la percorreva, 
ho visto un ramo nero e del sangue ne scorreva, 
ho visto una stanza piena di uomini con martelli insanguinati, 
ho visto una scala bianca tutta ricoperta d'acqua, 
ho visto diecimila persone parlare con lingue spezzate, 
ho visto armi e spade affilate nelle mani di bambini, 
e una forte,e una forte,e una forte,e una forte,
e una forte pioggia cadrà. 

E cosa hai sentito, figlio mio dagli occhi azzurri ? 
Cosa hai sentito, ragazzo mio caro ? 
Ho sentito il rombo di un tuono, che ruggiva come un avvertimento, 
ho sentito il fragore di un'onda tale da sommergere il mondo intero, 
ho sentito cento suonatori di tamburo con le mani in fiamme, 
ho sentito diecimila sussurrare e nessuno ascoltare, 
ho sentito un uomo morire di fame, ho sentito molte persone ridere, 
ho sentito la canzone di un poeta morente su un marciapiede, 
ho sentito il suono di un clown che piangeva nel cortile, 
e una forte,e una forte,e una forte,e una forte,
e una forte pioggia cadrà. 

Oh, chi hai incontrato, figlio mio dagli occhi azzurri ? 
Chi hai incontrato, ragazzo mio caro ? 
Ho incontrato un bambino accanto ad un pony morto, 
ho incontrato un uomo bianco che camminava con un cane nero, 
ho incontrato una giovane donna con il corpo in fiamme, 
ho incontrato una giovane ragazza che mi ha donato un arcobaleno, 
ho incontrato un uomo ferito dall'amore, 
ho incontrato un altro uomo ferito dall' odio, 
e una forte,e una forte,e una forte,e una forte,
e una forte pioggia cadrà. 



Oh, e cosa farai ora, figlio mio dagli occhi azzurri ? 
Cosa farai ora, ragazzo mio caro ? 
Andrò via prima che la pioggia incominci a cadere, 
camminerò nel profondo della più profonda e nera foresta, 
dove la gente è tanta e le loro mani sono completamente vuote, 
dove i proiettili avvelenati contaminano le loro acque, 
dove la casa nella valle incontra la umida e sudicia prigione, 
dove il volto del boia è sempre ben celato, 
dove brutta è la fame e dimenticate son le anime, 
dove nero è il colore e zero il numero, 
e lo dirò, lo penserò, lo pronuncerò, lo respirerò, 
e lo rifletterò su una montagna così che tutte le anime possano vederlo, 
poi starò sull'oceano fino a quando incomincerò ad affondare, 
ma saprò bene la mia canzone prima di incominciare a cantare, 
e una forte,e una forte,e una forte,e una forte,
e una forte pioggia cadrà.

"Buona sera a tutti. 

Invio i miei più calorosi saluti ai membri dell'Accademia Svedese e a tutti gli altri illustri ospiti di stasera. 

Mi dispiace non poter essere con voi di persona, ma voglio che sappiate che sono con voi nello spirito e sono onorato di ricevere un premio così prestigioso. Vincere il Nobel per la Letteratura è qualcosa che non avrei mai immaginato potesse accadere. Fin dalla tenerà eta, ho conosciuto, letto e assorbito i lavori di coloro che venivano onorati con un tale riconoscimento: Kipling, Shaw, Thomas Mann, Pearl Buck, Albert Camus, Hemingway. Questi giganti della letteratura, le cui opere vengono insegnate a scuola, custodite nelle librerie di tutto il mondo e recitate con toni reverenziali, hanno sempre lasciato un profondo segno su di me. Il fatto che ora io mi unisca ai loro nomi su questa lista, mi lascia davvero senza parole.

Non so se questi uomini e donne abbiano mai pensato di meritare un Nobel, ma suppongo che chiunque scriva un libro, una poesia o una sceneggiatura, in qualsiasi parte del mondo, custodisca nel profondo questo sogno segreto. È probabilmente sepolto così in profondità che neanche sanno che esista.

Se qualcuno mi avesse detto che avevo una minima possibilità di vincere il Premio Nobel, avrei pensato di avere la stessa percentuale di probabilità di ritrovarmi in piedi sulla luna. Infatti, nell'anno in cui sono e per qualche anno a seguire, non credo che non ci fosse nessuno al mondo che potesse essere considerato bravo abbastanza da vincere un Premio Nobel. Perciò, riconosco di trovarmi in speciale compagnia, a dir poco. 

Ero per strada, quando ho ricevuto la sorprendente notizia, e mi ci è voluto più di qualche minuto per elaborarla come si deve. Ho iniziato a pensare a William Shakespeare, la grande figura letteraria. Immagino che pensasse di se stesso come di un drammaturgo. Il pensiero che lui stesse scrivendo letteratura non può essergli passato per la testa. Le sue parole erano state scritte per un palco, dovevano essere recitate, non lette. Quando ha scritto Amleto, sono sicuro che abbia pensato a tante questioni diverse: "Chi sono gli attori giusti per questi ruoli?"; "Come dovrebbe essere allestito il palco?"; "Voglio davvero ambientare questa storia in Danimarca?". La sua visione creativa e le sue ambizioni erano senza dubbio le sue priorità, ma c'erano anche altri aspetti più noiosi da considerare e da affrontare. "I pagamenti sono in regola?"; "Ci sono abbastanza posti a sedere adeguati per i miei mecenati?"; "Dove lo trovo un teschio umano?". Scommetto che Shakespeare non si sia chiesto neanche lontanamente: "Questa è letteratura?". 

Quando ho iniziato a scrivere da adolescente, e anche quando ho iniziato a ricevere qualche riconoscimento per le mie abilità, le mie aspirazioni per queste canzoni non si spingevano oltre. Pensavo potessero essere ascoltate in caffetterie e bar, forse più tardi in posti come la Carnegie Hall, la London Palladium. Se proprio mi trovavo a sognare in grande, forse riuscivo a immaginare di riuscire a fare un album e poi ascoltare le mie canzoni in radio. Quello per me era il riconoscimento migliore. Fare album e ascoltare le tue canzoni in radio significava che avevi raggiunto un ampio pubblico e che forse potevi continuare a fare quello che ti eri prefisso.

Beh, faccio quello che mi ero prefisso da diverso tempo, ormai. Ho fatto dozzine di album e suonato a migliaia di concerti in tutto il mondo. Ma sono le mie canzoni, il fulcro essenziale di quasi tutto ciò che faccio. Sembra che abbiano trovato un posto nelle vite di molte persone di culture diverse, e sono grato per questo. 

Ma c'è una cosa che devo dire. Da musicista, ho suonato sia per 50.000 che per 50 persone, e posso dirvi che è più difficile suonare per 50 persone. 50.000 persone diventano un'unica entità, cosa che non accade con 50. Ogni persona ha una proprià identità separata da tutto il resto, un mondo dentro di sé. Possono percepire le cose con maggiore chiarezza. La tua onestà e il modo in cui ti relazioni alla profondità del tuo talento, vengono messi alla prova. Il fatto che la commissione del Nobel sia così ristretta, mi fa un certo effetto. 

Ma, come Shakespeare, anche io sono spesso occupato a perseguire i miei sforzi creativi e ad affrontare tutti le questioni banali della vita. "Chi sono i migliori musicisti per queste canzoni?"; "Sto registrando nello studio giusto?"; "Questa canzone è nella giusta tonalità?". Certe cose non cambiano mai, neanche in 400 anni. 

Non ho mai trovato il tempo di chiedermi: "Le mie canzoni sono letteratura?". 

Perciò, ringrazio l'Accademia Svedese, sia per aver trovato il tempo di prendermi in considerazione che per essersi posta la domanda ed aver poi concluso con questa meravigliosa risposta. 

I miei migliori auguri a tutti voi,

Bob Dylan"

cos' hanno in più questi ebrei moderni?

questo discorso, ispirato ed equilibrato, incisivo e indignato, sincero e disarmante, delicato e prorompente, propositivo e speranzoso, orgoglioso e compassionevole . . .possiede in sé la forza dell’ intelligenza e della visionarietà . . . .  eppure chi l’ ha scritto e interpretato era un attore, un uomo legato alla propria immagine e alla propria capacità di mentire per ragioni professionali CHARLIE CHAPLIN. Se poi leggiamo la biografia di questo uomo troveremo ampi spazi di disperazione e sofferenza personali, miste alla grande e talentuosa passione per mettere in vista il proprio modo di considerare la vita . . . . quello allegorico, comico, romantico e passionale, soprattutto legato al mondo degli emarginati, degli sfortunati e dei poveri abbandonati a se stessi e alle proprie strategie di sopravvivenza . . . . .  lode a Charlot e alla sua maschera degna della migliore commedia dell’ arte!

pagina 275  14 dicembre 2016

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