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ricostruire la fede vuol dire recuperare i rottami di un veliero sfasciato

farsi amico il mare

cercare un' isola per meditare

pregare sotto i flutti e il sole cocente

parlare con le onde

e se il fondo di quell' oceano ti vorrà con sè

chiedere di rinascer pesce o pietra, alga o plancton . . . 

ricostruire la fede vuole anche dire fidarsi del mondo com' è

contando sull' illimitato come tempo

sull' infinito come numero

sull' inesplorato come spazio . . . 

recuperare la fede significa essere quello che ci si sente d' essere . . . . . 

A       M          E      N

Come la polvere che si posa attorno a me
devo trovare una nuova casa
le strade e i buchi che in genere
mi davano rifugio
adesso l'uno vale l'altro per me

ma io cercherei ovunque
solo per sentire la tua chiamata
e camminerei su strade straniere
piuttosto che su questa
in un mondo che prima conoscevo
mi manchi più...

...del sole che riflette sul mio cuscino
portando il calore di una nuova vita
e i suoni che fanno eco attorno a me
ho intravisto qualcosa nella notte
ma adesso, adesso ho perso tutto
ti ho dato la mia anima
il significato di tutto quello
in cui credevo prima
mi sfugge in questo mondo di
nessuno, di niente, di nessuno

e cercherei ovunque
solo per sentire la tua chiamata
e camminerei su strade straniere
piuttosto che su questa
in un mondo che prima conoscevo

perchè adesso ho perso tutto
ti ho dato la mia anima
il significato di tutto quello
in cui credevo prima
mi sfugge in questo mondo di
nessuno, di niente, di nessuno
mi manchi di più

cadere in amore

risvegliare una coscienza

d' amore per sè

ma soprattutto

per la meravigliosa

natura delle cose

dove

le più terribili crudeltà

sono una distorsione

dovuta a sbagli

di pretesa

d' essere i padroni

e non gli ospiti amati

del pianeta . . . . .

La notte di Natale di un anno che non so
ho conosciuto un uomo che mai scorderò
era lì sul viale, sotto la tenue luce di un lampione
diceva che il denaro ha crocifisso il mondo
portandoci lontano nel buio più profondo
e che noi, per malia, ci siamo arresi a questa grande follia.

Se oltre quella porta ci sono tante guerre
amico della notte vestiamoci di stelle
la pace tornerà e così ogni barriera cadrà.

E' Natale, è Natale
ma chi era quell'uomo tanto speciale
un perdente, un vincitore
o qualcuno che come me è un sognatore.

La lista dei regali, la gente nelle strade
la smania di comprare un sogno per domani
e laggiù un barbone sta dormendo sotto un tetto di cartone.

Rintocchi di campane che invitano a pregare
la voce di un migrante si perde in fondo al mare
ma dov'è, ma dov'è la risposta a tutti i miei perchè.

Si dice che a Natale sarebbe nato un re
che avrebbe unito il mondo e tutto quel che c'è
ma laggiù c'è un paese dove il cielo piange ancora le sue pene.

E' Natale, è Natale
e nell'aria c'è una luce irreale
dietro l'ombra di un pianeta
che assomiglia ad una stella cometa.

E' Natale, 2015 © Aldo Tagliapietra

A Dio, ovvero a quell’entità spirituale che Esiste ma che non ha una forma, un luogo, la barba e che non vive su un trono di nuvole come siamo stati abituati a credere, quindi a quest’energia che percepiamo ma alla quale non riusciamo a dare una definizione, non interessano le nostre preghiere.

Mi riferisco ovviamente a quelle suppliche del tipo “Per favore Dio fa che succeda questo e quest’altro…” … “Fa che Pincopallo guarisca dal tumore”… “Aiutami a far capire a Peppapig che è meglio che faccia così…” … “Fa che mio figlio trovi un lavoro…” “Fammi smettere di soffrire e di farmi accadere così tante disgrazie!” … “Dammi la forza per superare le difficoltà che mi hai messo di fronte…” e tutte queste affermazioni insensate, frutto di un indottrinamento massiccio creato da una religione mal fondata, ricca di incoerenze e di errori interpretativi.

Parlando un linguaggio comune a chiunque, quindi riferendomi a una specie di Dio con forma e facoltà intellettive umane (perché è così che noi ce lo immaginiamo da sempre grazie al nostro culto iconografico – a nessuno interessa sapere che, proprio nella Sacra Bibbia, un comandamento omesso recitasse testualmente così: “4 Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. 5 Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.” Esodo, 20-4 ….non ha detto “Eccezion fatta per me!”) cercherò di spiegare come mai non abbia alcun senso pregare nel modo in cui siamo abituati a pregare noi.

Pregare Dio in quei modi sopra elencati, ovvero nelle modalità in cui insegna la Chiesa e che ci hanno spiegato fin da piccoli, equivale a:

1- Pensare che lui non stia già facendo il meglio per noi: se partiamo dall’assunto che Dio sia onniscente e che ci ami, per quale strano motivo dovrebbe aver creato un evento (infatti non l’ha fatto!) sbagliato? Quindi chi siamo noi per dirgli di fare qualcosa di diverso? Da dove partono le nostre teorie secondo cui, quello che sta capitando, è effettivamente e universalmente sbagliato, sopra ogni conoscenza, perfino sopra al sapere divino?

2- Evitare di prendersi delle responsabilità: quale miglior capro espiatorio di Dio? Dio è il colpevole per eccellenza. E’ quello che crea i drammi, che ci fa soffrire, ed è quello che, nonostante venga accusato continuamente, non si presenterà mai a sporgere reclamo. Quindi, quando c’è un colpevole esterno, saggio, onniscente e perentorio, chi mai dovrebbe scomporsi per cambiare le cose? Tanto è colpa sua, io subisco. Povero me, che disgrazia mi è capitata! Ma guarda che schifo di vita!

3- Supporre che i malati possano guarire per opera misericordiosa: lo sappiamo bene, ormai, che moltissime malattie nascono e vengono aggravate dallo stato psicologico del paziente. Ormai ne parla anche la tradizionale medicina allopatica. In medicina olistica sappiamo che le persone possono guarire solo se scelgono esse stesse di guarire. Non c’è Dio, non c’è preghiera che tenga. Certo, possiamo incoraggiare le persone ammalate. Possiamo spingerle a reagire, a farsi forza. Ma non sarà Dio (ma che poi non era il cattivone che vi aveva fatto ammalare poco fa?) a guarirvi. Come dite? Vi ha fatto venire una malattia per vedere se la vostra fede era abbastanza salda? Ma davvero credete che ci sia un Dio che gioca con la Play-Human mettendoci alla prova?

4- Rifiutare gli eventi della vita credendoli sbagliati: anziché cercare di comprendere le cause scatenanti di un evento, o anziché accettare che la realtà sia fatta di cose belle e brutte, noi ci mettiamo lì, ci incazziamo, piangiamo, preghiamo, avendo la presunzione di sapere cosa sia meglio, non solo per noi ma addirittura per gli altri, e rifiutiamo ogni possibilità di migliorarci e di stare bene. Domandiamoci se ha davvero senso continuare ad agire in questo modo.

Se mai ci fosse davvero un Dio che pensa come pensiamo noi, di certo tutto desiderebbe tranne che ci comportiamo come nei punti qui sopra descritti. Se mai Dio desiderasse qualcuno che parlasse con lui, di certo preferirebbe che venisse usata un po’ di intelligenza. Ad esempio:

1- Domandare invece di dare per scontato di conoscere le risposte: l’Intelligenza Universale (che è nostra e non di un signore con la barba che si diverte a punirci) ha delle risposte. L’ispirazione, la saggezza, l’empatia, l’amorevolezza, sono qualità che contengono le risposte. Quelle giuste, quelle che non creano dolore. Quelle che abbracciano. Imparare ad attingere da questa fonte è un’azione intelligente.

Guarda il video di Marco Canestrari “La morte non esiste: sulla Fine del tempo e su Come parlare con Dio“

2- Non attribuire a Dio, né a terzi, la responsabilità di quello che capita nella nostra vita: tutto ciò che viviamo è creato da noi. La sofferenza nasce da un’errata comprensione e da una conseguente errata interpretazione e conclusione. Non c’è alternativa alcuna. Dio non ha colpe, gli altri non hanno colpe, noi neanche. Accadono eventi che possiamo usare per migliorarci se smettiamo di lamentarci, trovare scuse, scappatoie, giustificazioni, etc.

3- Imparare a prendersi le proprie responsabilità: a nessuno piace, e tutti evitano, i parassiti, i lamentosi, e le persone che vivono lamentandosi senza prendere in mano la propria vita per migliorarla. Non c’è altro da fare al mondo che lavorare su noi stessi per migliorarci ed appianare i conflitti e, di conseguenza, limitare la creazione degli eventi drammatici o la reazione devastante agli stessi.

Io non so che idea abbiate di Dio ma se tutta la questione religiosa non fosse come ce l’hanno sempre raccontata? Se le cose non fossero come le immaginiamo da sempre?

Daniela Coin

cosa dire?
nasco in una famiglia religiosa
ma non esageratamente schierata.
Oso proporre le mie contraddizioni
come fede rivista e alternativa
passo fra peccati e debolezze
fra frequenti contraddizioni e slanci
fra sentimentali adesioni
e ciniche visioni
cresco
mi confronto
cerco sempre
approdo e riparto
e adesso
mi domando:
ma è così importante riferirsi a DIO
o a un DIO
quando il miracolo è già in me
intorno a me
prima e dopo di me ?
 

se quello che cerco

sono certezze e dimostrazioni

mi sa che dovrò aspettare l' attimo

o tutta la vita a disposizione

se invece quello che cerco

è lasciare aperta la porta

dell' esperienza e dell' incontro

forse il divino si paleserà 

come soffio, ispirazione, pace, 

infinita dolcezza

come attesa orante e grata

come gioia del cammino con meta 

o ti fermi o ti formi !

voglio ricostruire il mio percorso nella fede in Dio creatore e in Gesù suo interprete incarnato e sacrificato per l' uomo

attraverso la lode cantata che ho sempre considerato un modo per avvicinarsi alla scintilla divina in tutti noi

e sfruttando i doni dello Spirito Santo come quello della musica e della poesia - preghiera ::::::::::::::::::::::>>>

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