
ho sognato
spesso
lo confesso
mi son sposato
ho anche due figli
e ho creduto
di essere qualcuno
invece
probabilmente
più di tanto non posso pensare
non posso agire
al massimo
tentar di
ricostruire
con residuo entusiasmo
e nuove consapevolezze
della restante vita
il fluire!
ricapitolando: cosa mi interessa e a cosa sono adatto ?









STORIA DI MARY, L'ELEFANTESSA IMPICCATA PERCHÉ VOLEVA VIVERE LIBERA
Mary era nata libera. E libera voleva tornare.
non si era mai rassegnata a vivere in cattività, nelle gabbie di quel circo che la tenevano prigioniera tra uno spettacolo e l'altro: il circo di Charlie Sparks, impresario di secondo piano, che aveva comprato lei e altri quattro elefanti per farne le attrazioni principali della sua carovana itinerante. 12 vetture contro le 40 dei suoi colleghi più famosi, il circo di Sparks risultava piuttosto modesto. L'unica vera attrazione era Mary, addestrata a colpi di frusta a soffiare in strumenti che riproducevano diverse melodie, a lanciare la palla in un cesto, a farsi camminare sulla testa dai circensi.
L'11 settembre 1916 Sparks piantò il suo tendone a Clinch River Valley, in Virginia. Qui assunse come domatore un certo Walter "Red" Eldridge, ex bidello disoccupato senza alcuna esperienza nel settore. Il giorno seguente portò il circo in Tennessee, a Kingsport. Durante la parata che precedeva gli spettacoli Red cavalcò Mary e la colpì ripetutamente con un bastone. Alla fine della sfilata gli elefanti vennero portati in un fosso per essere innaffiati. Qui Mary, dopo le ennesime violenze, prese Red con la proboscide e lo lanciò in aria. Appena il corpo dell'uomo toccò terra l'elefantessa lo calpestò lasciandolo senza vita. La gente che seguiva il corteo scappò in preda al panico verso tutte le direzioni. Una volta ripreso il controllo dell'elefante, Sparks, accerchiato da una folla inferocita di cittadini locali, dovette acconsentire all'assassinio del suo più importante investimento. Così decise di compensare la perdita economica allestendo un macabro spettacolo.
Il 13 settembre, sotto la pioggia battente, Mary fu portata in catene alla stazione ferroviaria di Erwin. L'attendevano 2500 persone venute apposta per vederla penzolare dalla forca più grande mai costruita: una gru in grado di sollevare i vagoni. Mary fu agganciata al patibolo e sollevata. Si dimenticarono di sganciarle i piedi dai binari. La sua agonia fu lunga e dolorosissima. Anche perché le sue cinque tonnellate ruppero il peso della catena. Cadde a terra e rimase paralizzata per la rottura delle anche. Fu nuovamente agganciata e risollevata. Mori così, soffocando tra i lamenti.
Intorno la gente rideva. Il giorno seguente numerosi giornali parlavano di Mary l'assassina, Mary la sanguinaria, Mary la belva malefica.
Bertolt Brecht scriveva: "tutti a dire della violenza del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono."
Mary non era un'assassina, Mary lottava per la sua libertà.





21/02/1952 - 13/05/2018 . . . . .
